Attualità Lotta al virus

Vaccini Covid, terza dose partita tardi: la maggioranza è già a rischio

Il calo delle difese immunitarie a 5 mesi assomiglia più a un crollo, nuova rincorsa contro il tempo perso



 Ragusa - Sulla piattaforma vaccinale del ministero della Sanità, in Sicilia a novembre è effettivamente apprezzabile un accenno di ricrescita dell’ondata di somministrazioni (foto 1). Siamo ancora lontani però dallo tsunami di maggio e giugno, in cui si è vaccinata la maggioranza dei siciliani: motivo per cui le terze dosi sono state allargate a tutti e subito dal primo dicembre. La seconda tabella (foto 2) riporta invece la distribuzione complessiva delle dosi per fasce d’età.

Chi non ha fatto alcuna dose è in celeste chiaro, chi sta alla terza è in blu scuro: il totale corrisponde ancora a circa mezzo milione di siciliani. Gran parte dei vaccinati sarebbe dunque in “zona gialla” dal punto di vista immunitario, cioè con le difese anti Covid leggermente indebolite. L’Iss ha ricalcolato infatti al 44% la protezione dal contagio e all’85% dalla malattia grave dopo 5 mesi. Il conto è presto fatto: a inizio anno, con l’accorciamento dei tempi della seconda iniezione a un paio di settimane, queste hanno iniziato ad essere inoculate in massa a partire già dallo scorso febbraio/marzo e - in base alla nuova scadenza a 5 mesi - il booster sarebbe dovuto scattare già tra agosto e settembre.

In teoria a novembre avrebbero dovuto essere richiamati agli hub tutti coloro che avevano ultimato il ciclo entro maggio/giugno, quando sull’Isola - ora come allora drammaticamente indietro nelle somministrazioni - si erano già aperte le porte a tutti, con gli Open Day a entrata libera. Per fortuna non si resta completamente senza difese a partire dal quinto mese altrimenti sarebbe già una strage, ma se ne hanno comunque sempre un po’ di meno: lo dimostrano i focolai che stanno divampando in scuole e ospedali, e purtroppo qualche vaccinato della prim’ora ne ha fatto già le spese.


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