Economia Orticoltura

Assicurare le serre, le polizze "agevolate" non bastano

Come tutelare strutture e raccolti da roghi ed eventi atmosferici estremi

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/23-09-2021/assicurare-le-serre-le-polizze-agevolate-non-bastano-500.jpg Assicurare le serre, le polizze "agevolate" non bastano


 Ragusa – Dagli incendi ai fenomeni meteo estremi, dalla siccità alle bombe d’acqua: non c’è bisogno di elencare per l’ennesima volta i disastri che i cambiamenti climatici stanno moltiplicando in Sicilia da cui i tendoni delle serre, da soli, non riescono a proteggere. A fine 2020 il Mipaaf ha emanato il Piano di gestione dei rischi in agricoltura 2021, che definisce quali strutture produttive e protettive è possibile coprire con polizze agevolate. Il lungo elenco comprende ombrai, serre e tunnel fissi con rivestimento in plastica o vetro; tra gli impianti di difesa figurano sistemi di irrigazione antibrina e teli e reti antipioggia, antigrandine e anti insetto. Per ognuna di queste costruzioni il Pgra individua anche gli eventi atmosferici da cui ci si può garantire con questi contratti, finanziati da contributi pubblici: neve e pioggia oltre le medie stagionali, grandine, trombe d’aria, uragani e fulmini.

Ogni calamità naturali dev’essere singolarmente specificata nell’obbligazione - che oltre ai danni diretti di solito copre pure le spese di demolizione e smaltimento di quelli indiretti - a cui volendo si possono aggiungere alluvioni, gelo e siccità. Cattolica, Groupama, Reale Mutua, UnipolSai sono tra le compagnie che contemplano servizi finanziari ad hoc. Il programma però stenta a decollare per gli alti costi che comporta comunque per l’imprenditore: le risorse nazionali contribuiscono al premio solo fino al 50% della spesa ammessa e l’adesione impone l’obbligo di assicurare l’intera superficie occupata dalle diverse strutture, quasi sempre di medie e grandi dimensioni.

Nelle campagne vittoriesi l’agricoltura protetta occupa circa 4mila ettari, coltivati soprattutto a pomodoro ciliegino, a cui la salinità dell’acqua conferisce un sapore esclusivo. Ma in tutta la fascia trasformata del Ragusano - da Donnalucata a Punta Secca ad Acate - chilometri di serre sviluppatesi a partire già dagli anni 60 forniscono ortaggi, legumi e verdura tutto l’anno: zucchine, melanzane, peperoni, cetrioli, fave (senza dimenticare la cipolla di Giarratana). Negli anni le tecniche di serricoltura si sono evolute e il metallo è subentrato al legno al cemento nelle tende: più alte, comode, asciutte e adatte ai parametri microclimatici, biologici e agronomici delle colture biologiche.

Ma ne sono dotate ancora solo il 30% delle aziende agricole del territorio ibleo. L’investimento, come quello assicurativo, è del tutto sconveniente agli attuali prezzi di mercato: nonostante la qualità della merce, il potenziale di crescita lamenta l'assenza di un marketing commerciale che lo inserisca in un circuito più valorizzante e remunerativo della vendita sfusa al dettaglio. Non tutti sono in grado di soddisfare le esigenze alla tracciabilità di filiera, figurarsi stare appresso a delle polizze così complesse. Insomma, l’involucro ormai conta quanto il contenuto: l’occhio vuole la sua parte, la quantità da sola non basta a far girare un business che consenta ai suoi attori di permettersi anche un’assicurazione.


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