Moda e Gossip Moda femminile


Il tailleur è un insegnamento di stile, un'affermazione d'identità. Significa "sarto da uomo", ma si traduce con emancipazione femminile. Due combinazioni: giacca-gonna o giacca-pantalone. Infinite varianti di tessuti, costruzioni, texture, colori. Andrea Camilleri lo rende protagonista del libro "Il tailleur grigio": è il completo dalla femme fatale ad essere il vero mistero da risolvere. "Che esagerazione!" penseranno alcuni di voi. Eppure la storia della moda è costellata di capi simbolici entrati nei nostri schemi quotidiani del vestire privati del senso originario, spesso controverso. Ma indossare ciò che si possiede o si desidera comprare con consapevolezza ha un sapore unico. Per questo noi abbiamo rispolverato i dizionari della moda per raccontarvi il valore identitario di questo must have senza stagioni.

Una questione di genere

Sidonie Colette fotografata da Henri Manuel in completo maschile, inizio '900

Nell'Ottocento ogni cambio di moda viene dall'alto. Nulla a che vedere con la religione: è l'alta società a dettare le regole del buon vestire per differenziarsi e soprattutto affermare il proprio potere rispetto alle classi inferiori. Pertanto per la maggior parte del XIX secolo il dio del buon gusto affibbia alle donne corsetti strettissimi, alta possibilità di svenimento, gonne ampie e pesantissime. Capirete molto bene quale paradiso possa sembrare la tenuta da equitazione in confronto: giacca dal taglio maschile e gonna lunga senza inutili impedimenti. Una praticità da non farsi sfuggire, tanto che il suo utilizzo presto si estende ad occasioni informali da svolgere al mattino. Il completo giacca-gonna diventa celebre dopo il 1885 grazie al sarto inglese John Redfern che confeziona eleganti tailleur da viaggio per la Principessa di Galles Alessandra. Accessori d'accompagnamento: gilet e cravatta. Dietro alla praticità di questo capo, si nasconde il bisogno vitale di rompere i codici dell'abbigliamento femminile e quindi le costruzioni patriarcali che reprimono la libera espressione femminile.

Il tailleur della discordia

Coco Chanel con tailluer e gli ultimi ritocchi su un'indossatrice (con tailleur)

In questa prima fase i sarti non capiscono proprio cosa stia accadendo: ora le donne vogliono vestirsi da uomo? Così pensano di trasferire nel nuovo capo stoffe pesanti, intelaiature con crine, spalle imbottite proprio come nell'abito maschile. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale cambia le carte in tavola: la gonna si accorcia fino a sotto il ginocchio, la giacca è più morbida. E' la nuova divisa da lavoro: le donne, catapultate nel mondo del lavoro maschile, sopperiscono ai posti vacanti dei mariti ormai al fronte. Anche i tessuti scarseggiano, ma non è un problema per Mademoiselle Chanel che reinventa il tailleur usando il jersey, tessuto a maglia strutturato, ma sottile. Il tailleur è finalmente sciolto, ma rigoroso, portavoce simbolico di femminilità. Christian Dior, innamorato dell'idea eterea del femminile, nel 1947 propone il tailleur con vita da vespa e seno accentuato. Chanel pensa siano "abiti disegnati da un uomo che non conosce le donne" e nel 1954 rivede il proprio tailleur, sempre morbido, pratico. Nasce il famosissimo completo tre pezzi in tweed (come quello rosa indossato da Jackie Kennedy quando il marito viene assassinato): giacca senza collo ornata con bottoni dorati e passamanerie, gonna e blusa.

Qui non si accettano donne in pantalone


Tailluer con taglio maschile, Giorgio Armani, anni '80

Moltissime dive del cinema, da Marlene Dietrich a Joan Crawford diventano icone dell'espressione femminile, fotografate potenti nei loro completi giacca-pantalone. Eppure questa manifestazione di forza intimorisce: corsa allo scandalo!! Negli anni '60 a Parigi i ristoratori appendono alla porta un invisibile segnale di perbenismo: "Qui non si accettano donne in pantalone". E così le donne di potere nei loro tailleur Yves Saint Laurent cambiano ristorante, di certo non outfit. Il completo non abbandona i riflettori dello scandalo nemmeno durante gli anni '80, quando Giorgio Armani veste le donne con la divisa da lavoro maschile: le giacce greige sono destrutturate e le stoffe leggerissime. Sono gli anni degli yuppie e dell'affermazione della figura di donna in carriera. Il tailleur diventa un esercizio di stile per i più importanti stilisti del Made in Italy: Gianfranco Ferrè, Valentino, Mila Schon, Krizia. Negli anni '90 il completo oscilla tra la femminilità sessualizzata di Versace e quella androgina di Dolce & Gabbana

Dress to impress


Michelle Obama con tailleur viola e top di paillettes

Forse oggi non siamo così lontani dal principio ottocentesco che vede l'abito strettamente legato al potere. Se è vero che la comunicazione passa anche attraverso i vestiti che indossiamo, capirete perché Michelle Obama presenti il proprio libro "Becoming" in un abito giallo di seta e altissimi stivali cuissard glitterati di Balenciaga. O se ad una seconda tappa del tour indossi un tailleur viola e un top nero di paillettes. Da quando era First Lady, Michelle Obama si è evoluta nel ruolo, nel modo di comunicare e di vestire. Veste per comunicare un potere preciso: il riscatto del femminile. Quindi se avete un'occasione importante alle porte, che si tratti di una laurea, un colloquio di lavoro o qualsiasi altro motivo in cui vogliate sentirvi sicure di voi, pensiamo ora abbiate sufficiente materiale per trovare il vostro tailleur ideale. Nella nostra gallery vi proponiamo alcuni spunti: dal tailleur con gonna a frange di Elisabetta Franchi a quello a righe mulitcolor di Blazé. Buon divertimento!


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