Ragusa - La Fondazione Gimbe calcola che la percentuale di popolazione che in Sicilia ha ricevuto la prima dose del vaccino è del 7,4% rispetto alla media nazionale dell’8,7%. La popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è del 6,1% contro il 6,6%. Basterebbe uno scatto, magari quello degli “open days” del prossimo fine settimana, almeno per riallinearsi al resto d’Italia e portare a casa la sufficienza. Il 35% degli over 80 siciliani ricevuto la seconda iniezione, mentre il 16% è fermo alla prima. Va dato atto a Palazzo d’Orleans che, lato infrastrutturale, sta spingendo al massimo: sono 17 i nuovi centri di vaccinazione che la Protezione civile sta realizzando in tutte le province. Tranne a Enna e Ragusa: le due Asp hanno già allestito 5 punti a testa e non ritengono che ce sia bisogno di altri. Il problema, per ora, resta quello di convincere chi ne ha diritto a entrarci: a 5 giorni dal via, le registrazioni dei 65-69enni sulla piattaforma delle Poste non arrivano ancora a 17mila.
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Nel bollettino di martedì la regione è arrivata per il secondo giorno consecutivo terza nel Paese per contagi quotidiani assoluti, ma è risalito anche il tasso di positività: al 5%, oltre il 4,4 italiano. Palermo ha sfondato quota 500 e ci vorrà almeno un’altra settimana per apprezzare gli effetti della zona rossa, instaurata nel capoluogo il 7 aprile e in provincia da 3 giorni con oggi. Venerdì, dopodomani, il ministero della Salute rivedrà di nuovo la mappa dei colori e l’Isola non è che si presenti proprio con le carte in regola visto che ha una trentina di piccoli comuni e una provincia intera in lockdown. Già 7 giorni fa l'Rt era a un soffio dall’1,25 che avrebbe fatto scattare ovunque la fascia rossa d’ufficio. Sarà già tanto riuscire a mantenere il cartellino arancione, perché la situazione del mese scorso si è ribaltata: l’Isola è sempre in controtendenza ma in peggio, adesso sono le altre regioni a sognare riaperture.