Attualità L'analisi

Covid contro Sicilia: contagi ok, vaccini ko. Il punto sull’Isola

Campagna docenti partita e già sospesa, Musumeci e la sindrome dell’accumulo fiale



 Ragusa – Prosegue l’ondata di dati incoraggianti sull’Isola, negli ultimi 7 giorni i contagi sono calati di oltre il 22%: al momento siamo a circa 65 casi ogni 100mila abitanti e per la zona bianca servono almeno 3 settimane sotto 50. Attualmente in Italia stanno facendo meglio solo Valle d’Aosta, Sardegna e Calabria. Bene pure la pressione ospedaliera siciliana: secondo il bollettino Agenas è al 18% di saturazione dei posti letto in terapia intensiva e al 22 in degenza ordinaria, a fronte delle soglie d’allarme fissate rispettivamente al 30 e al 40%. Anche ieri le curve sono discese, sebbene a un ritmo inferiore di quello degli ultimi giorni e il tasso di contagio è tornato a salire lievemente al 2,2%. Le varianti inglesi stanno subentrando al vecchio Covid, ma non sommandosi: ieri sono stati confermati 5 casi al Civico di Palermo (4 infermieri e un paziente) e uno a Corleone. Anche qui c’è però una buona notizia: da metà marzo inizierà ad essere disponibile un tampone sensibile alle 3 principali mutazioni in circolo - inglese, sudafricana e brasiliana - e in grado quindi di rilevarle immediatamente.

Ieri pomeriggio è arrivato anche il primo decreto del governo Draghi: come anticipato, niente visite a parenti e amici in zone rosse e stop a spostamenti tra regioni fino al 27 marzo. Altri ne arriveranno a breve, il nuovo governo punta a evitare la brusca altalena dei cambi e le comunicazioni all'ultimo minuto programmando con un certo anticipo la permanenza nelle fasce di rischio grazie a parametri più oggettivi e indicativi dello stato reale dell’andamento dell’epidemia. Quello che stenta ancora a ingranare la marcia è la campagna vaccinale: il ministero dell'Istruzione ha stoppato con una circolare la vaccinazione dei docenti under 55 appena avviata col siero Astrazeneca, vietando alle Regioni di procedere alla chiamata tramite elenchi interni, in attesa che lo stesso Miur predisponga delle liste ufficiali al posto di quelle diramate dall’ufficio scolastico regionale, suddivise per singole province. Per ora andranno avanti solo i prof universitari: una mossa orchestrata dai potenti “baroni” degli atenei o sfiducia del governo centrale verso gli elenchi, a volte poco “ortodossi”, degli enti locali?

In un caso o nell’altro, il piano d’immunizzazione già agonizzante - che in Sicilia riguarda 64mila insegnanti siciliani delle scuole materne, elementari, medie e superiori - ha subìto l’ennesima battuta d’arresto. Certo, le decine di migliaia che hanno ricevuto ormai la prima dose dovranno concludere il protocollo. Tanto che a Roma stanno pensando di allungare al massimo consentito i richiami, fino a 12 settimane: meglio più persone protette subito, anche a metà, ma subito, che una al 90% tra un mese. I governatori riuniti chiedono meno chiusure e più iniezioni. A osservare bene la piattaforma nazionale della campagna, il rallentamento non è dovuto però solo alla riduzione delle forniture promesse ma, ultimamente, anche a un certo eccesso di accantonamento. E’ da inizio febbraio che Musumeci e Razza si sono dedicati a fare provviste come scoiattoli, forse anche troppe: sono oltre 100mila quelle che attendono di essere sbrinate dai freezer e utilizzate. Non proprio una manciata. Dai vertici della classifica delle somministrazioni, la Sicilia è piombata attualmente al 15esimo posto, con meno del 72% di dosi inoculate. Speriamo che sia tutto calcolato e non frutto di una psicosi-esaurimento.


© Riproduzione riservata