Roma – Il Cts lancia l’allarme sulla risalita della curva dei contagi e il governo già giovedì prossimo,anti Vigilia di Natale, dovrebbe imporre il tampone negativo entro 24 ore anche i vaccinati per partecipare ai grandi eventi o andare nei luoghi affollati per evitare di cominciare l’anno nuovo con un’impennata di contagi. Secondo gli scienziati, se non si rallenta la diffusione della variante Omicron entro due mesi le terapie intensive potrebbero andare in affanno. La scelta di tenere la cabina di regia il 23 dicembre rende improbabile che la misura scatti già la sera di Natale, ma entrerà in vigore subito dopo, probabilmente lunedì 27 ma comunque entro il 31, fino a data da destinarsi.
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Dunque la notte San Silvestro - per feste in piazza, discoteche e party nei locali pubblici - oltre al pass con guarigione o vaccinazione da Covid, bisognerà esibire pure un tampone negativo entro 24 o 48 ore a seconda se sia rapido o molecolare. Sono esclusi bar, ristoranti, cinema e teatri dove il flusso di gente è più regolato e disciplinato. L’iper green pass potrebbe diventare necessario invece per salire su autobus o metropolitana, ma questo solo da metà gennaio, se i bollettini pomeridiani non miglioreranno. Del resto il vaccino da solo non ha mai garantito che il virus non se ne andasse a spasso e il super green pass non basta già più. Ce ne vuole uno iper e potrebbe arrivare dopo Capodanno, con l’estensione dell’obbligo vaccinale da personale scolastico, sanitario e forze dell’ordine a tutti i lavoratori che esercitano in luoghi pubblici e a contatto con la gente.
Praticamente la possibilità di rifiutare il siero verrebbe lasciata solo a minorenni, pensionati e disoccupati visto che il siero è richiesto in teoria pure a chi è impiegato in smart working. La mascherina all’aperto obbligatoria a prescindere dal colore regionale – altra misura al vaglio dell’esecutivo – è il minore dei mali ed è diventata una sana abitudine nella maggior parte dei cittadini anche dove resiste la zona bianca. “Bianca” per modo di dire visto che, alla lue delle crescenti limitazioni di carattere nazionale legate al certificato verde, l’Italia è di fatto ovunque in zona gialla o peggio in quanto a restrizioni personali.