Economia Una tantum

Bonus 200 € a luglio: dipendenti, precari, colf, pensionati. Come funziona

Per i lavoratori privati l'indennizzo non è automatico, bisogna compilare l'autocertificazione

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 Roma - Si avvicina la scadenza di luglio, quando i datori di lavoro dovranno erogare la somma di 200 euro ai dipendenti pubblici e privati, che rappresentano circa la metà della platea di 31,5 milioni di beneficiari della misura contro il caro vita prevista dal Decreto aiuti. Per i dipendenti privati, non si tratta però di un’erogazione automatica: serve prima una autocertificazione con la quale il lavoratore dichiari di non essere titolare di un trattamento pensionistico o del reddito di cittadinanza. Condizioni che danno diritto al bonus. Il quale, però, può essere riconosciuto una sola volta. Un limite che ricorre anche nel caso in cui si sia titolari di più rapporti di lavoro: in questa circostanza il lavoratore potrà chiedere il pagamento dell'indennità dichiarando di non avere fatto un’analoga richiesta ad altri datori di lavoro. Al momento, però, non esiste un modulo per queste dichiarazioni. Un fac simile da utilizzare è stato realizzato dalla Fondazione studi Consulenti del lavoro (scaricabile dal documento Pdf allegato), insieme a un valido riassunto di tutti i requisiti e le categorie di beneficiari e modalità di erogazione.

Diversa la situazione per i dipendenti pubblici che avranno diritto al bonus una tantum da 200 euro, previsto dal dl Aiuti. A questi, infatti, non servirà compilare alcuna auto-dichiarazione sul diritto di ricevere il bonus, come invece previsto per gli altri lavoratori dipendenti. Lo prevede un articolo della bozza del dl Semplificazioni fiscali approvato mercoledì dal Cdm. In particolare la bozza prevede che per i dipendenti pubblici i cui servizi di pagamento delle retribuzioni del personale sono gestiti dal sistema informatico del ministero dell'Economia e delle finanze (quindi ad esempio i dipendenti dei ministeri), saranno il Mef e l’Inps «nel rispetto della normativa europea e nazionale in materia di protezione dei dati personali» a individuare insieme la platea degli aventi diritto. L’una tantum andrà non solo ai dipendenti, ma anche a pensionati, disoccupati, titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, percettori del reddito di cittadinanza e collaboratori domestici, lavoratori a tempo determinato, stagionali, intermittenti, lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo, lavoratori autonomi occasionali ex art. 2222 codice civile. Tra i destinatari anche autonomi e professionisti, ma per queste per queste categorie servirà un decreto attuativo.

Italia viva ha presentato emendamenti al decreto aiuti per estendere la platea. Proposte di modifica che, hanno fatto sapere i deputati Cosimo Ferri e Flora Frate, «hanno superato l’ammissibilità. Uno consente anche ai docenti precari con contratto in scadenza il prossimo 30 giugno di ricevere il bonus di 200 euro, evitando che ne rimangano esclusi». L’altro mira a estendere il bonus «ai lavoratori del settore industriale che, per una mera questione di contrattazione collettiva, ne venivano esclusi laddove avessero avuto periodi di malattia. Ci auguriamo che ci sia apertura da parte del Governo: sono troppi coloro che rimarrebbero senza il contributo se non interveniamo con i correttivi che noi abbiamo proposto». Per ottenere il bonus estivo da 200 euro i dipendenti devono aver beneficiato per almeno una mensilità del primo quadrimestre del 2022 dell’esonero sulla quota dei contributi previdenziali dovuti e pari allo 0,8 per cento prevista a favore dei lavoratori dipendenti dalla legge di bilancio 2022 (30 dicembre 2021, n. 234). Una misura in favore dei lavoratori con una retribuzione imponibile previdenziale, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non superiore a 2.692 euro al mese.

Nella circolare Inps (numero 2397 del 13 giugno 2022) con le “istruzioni contabili” l’istituto di previdenza sottolinea che l’una tantum di 200 euro «è riconosciuta in automatico, in misura fissa, una sola volta, previa acquisizione - da parte del datore di lavoro - di una dichiarazione del lavoratore con la quale lo stesso dichiari, ricorrendone le circostanze, di non essere titolare delle prestazioni di cui all’articolo 32, commi 1 e 18», cioè destinatari dell’agevolazione in quanto pensionati o percetterori del reddito di cittadinanza. L’Inps evidenzia, inoltre, che l’indennità una tantum «spetta ai lavoratori dipendenti una sola volta, anche nel caso in cui siano titolari di più rapporti di lavoro». Pertanto, il lavoratore, laddove titolare di più rapporti di lavoro, potrà chiedere il pagamento dell'indennità una tantum a un solo datore di lavoro, dichiarando a quest’ultimo di non avere fatto analoga richiesta ad altri datori di lavoro». In entrambi i casi - dichiarazione di non essere destinatari del bonus in quanto pensionati o percettori di reddito di cittadinanza e dichiarazione di non avere fatto richieste multiple di bonus - non esiste ancora un modulo ufficiale da poter compilare tranne quello messo a punto dai Consulenti del lavoro.

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