Ragusa - Lo spettro della zona arancione; il ritorno al lavoro in presenza, in ufficio; le tasche vuote, a cui tanti hanno dato fondo nei mesi "caldi" dell’estate; gli stranieri, su cui si puntava per l’autunno e alle prese con le loro emergenze Covid nazionali. Rischia di esser stata una ripresa fragile quella del turismo siciliano, risvegliatosi bruscamente a settembre in zona gialla, col sogno svanito di una stagione lunga. Già a luglio per paura della variante Delta erano saltate molte prenotazioni, ma nonostante tutto fino ad agosto il mercato ha segnato un record, perfino rispetto ai numeri pre-epidemia. All’onda dei contagi è corrisposta la risacca delle cancellazioni: l’ottimismo sembra svanito e, da qui alle prossime settimane, sul futuro del comparto alberghiero e ristorativo è tornato a pesare un grosso punto interrogativo.
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Quest’anno infatti la domanda s'è concentrata a luglio e agosto, anziché partire da maggio per spalmarsi come al solito fino a ottobre. Lo attestano i dati Turistat e lo stesso flusso di passeggeri registrato negli aeroporti dell'Isola, incluso lo scalo di Comiso. Anche congressi ed eventi aziendali hanno in parte risentito del green pass al chiuso e del limite di quattro persone al tavolo in zona gialla: specie l’organizzazione a lungo termine, che spende in anticipo, ha bisogno di maggiori certezze rispetto all’ambiguo sviluppo del virus nel Paese e delle limitazioni che saranno adottate, a livello nazionale e regionale, se le curve di contagi e ricoveri non dovessero scendere. Se l'occupazione di posti letto in ospedale cresce, quella di posti letto in alberghi, resort e villaggi è previsto invece che scenda questo mese, dall'80-90 fino al 50-60%.