Economia Cercasi disoccupati

La pacchia del reddito di cittadinanza: tutti al mare senza lavorare

Sulla ripresa si abbatte l'onda lunga degli "stipendi" statali: per molti conviene andarsi ad abbronzare in spiaggia

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/14-06-2021/la-pacchia-del-reddito-di-cittadinanza-tutti-al-mare-senza-lavorare-500.jpg Sulla ripresa si abbatte l'onda lunga degli "stipendi" statali: per molti conviene andarsi ad abbronzare in spiaggia


 Ragusa – Ha fatto molto discutere il nostro articolo sulla ricerca di personale in Sicilia, in cui facevamo notare che il minimo scarto tra gli importi proposti per i lavori estivi stagionali e quelli percepiti dal reddito di cittadinanza, non rema a favore della reintroduzione nel mercato del lavoro dei disoccupati: al contrario, li spinge a spaparanzarsi al sole. Un siciliano su 10 incassa la “paghetta” statale: oltre 200mila nuclei familiari per un totale di mezzo milione di persone. Per assegni staccati l’Isola è seconda solo alla Campania, con cui da sola copre la metà di quelli distribuiti in tutta Italia. L’importo medio mensile è 607,53 euro: 50 in più della media nazionale, ma per diverse coppie l’assegno supera anche i 900.

Poi ci sono le migliaia di furbetti scoperti ogni anno anche per caso, durante un banale controllo. Saltano fuori come funghi dopo il temporale: quanti vengono fermati per una violazione, e regolarmente negli accertamenti salta fuori che tra le truffe c’era pure quella dell’rdc? A inizio anno fece scalpore un ragusano che continuava a percepirlo pur avendo vinto 400 mila euro al gioco, ma lo prendeva pure il killer di Livatino! Il fenomeno della scomparsa dei lavoratori con qualifica medio-bassa non riguarda solo bar, ristoranti e pub ma altri esercizi commerciali: negozi, boutique, perfino mondo scolastico.

Le difficoltà di reperimento di organico sono sottolineate anche dall'ultimo rapporto Svimez, secondo cui la metà degli occupati persi tra il 2019 e il 2020 (456 mila persone in tutto il Paese) è ascrivibile ai settori dei servizi: turismo, ristorazione, accoglienza, cultura, piccolo commercio e trasporti, dov’è più frequente il ricorso al lavoro a tempo parziale o stagionale. a questi settori. In particolare nel Mezzogiorno, tra il 2019 e il 2020, il comparto turistico ha subito una flessione più accentuata (-12,7%) e gli under 35 che non studiano e non lavorano sono saliti l’anno scorso al 36,1% nel Mezzogiorno contro il 18,6% del centro nord.

Basterebbero questi dati per capire che c’è qualcosa che non va in questo meccanismo. Perché fare “volontariato”, lavorando sotto il sole cocente per poche centinaia di euro di differenza rispetto a quanto già incassato per starsene sotto l’ombrellone? Meglio poco ma subito, e soprattutto sicuro: un salario garantito dal governo, al contrario di tante imprese che rischiano di fallire da un giorno all’altro. I ristoratori che abbiamo interpellato sono disperati: quanto dovrebbero pagare per convincere un giovane a fare il cameriere, il cuoco, il facchino, il commesso quando lo Stato fa concorrenza al privato pagando la gente per starsene in spiaggia?


© Riproduzione riservata