Economia Lavoro

Sicilia, al mercato degli schiavi: 3 euro l’ora, 7 giorni su 7

La giungla dei “contratti” stagionali, dal finto part-time alla paga in base ai clienti



 Ragusa - Dodici ore al giorno per 500 euro al mese: cuochi, camerieri, receptionist e bagnini sottopagati e sfruttati da bar, ristoranti, hotel e stabilimenti che incassano milioni di euro e sbandierano il tutto esaurito. E c’è chi ha ancora il coraggio di chiedersi come mai tanti siciliani, giovani e meno giovani, non rinuncino al reddito di cittadinanza; o di battersi per abolirlo, come il centrodestra in campagna elettorale sull’Isola. La ricchezza profusa dai turisti non è mai stata equamente redistribuita, ma ormai ha raggiunto livelli terzomondisti: è il cosiddetto lavoro “grigio” che non riguarda solo la ristorazione e alberghiero ma anche quello agricolo, soprattutto in provincia di Ragusa.

Mica solo da noi: ricordate i manifesti “Cercasi schiavo” appesi a maggio a Lipari, Catania e Palermo? Stamattina sono apparsi identici anche a Livorno, in Toscana (nelle foto allegate). Francesco Lucchesi della Cgil Sicilia parla di “lavoratori impiegati 8-10 ore al giorno ma costretti a accettare contratti part time, e chi ha il tempo pieno deve spesso restituire parte dello stipendio": rivendichi diritti e tutele? Sei fuori! Tra imprenditori c’è passaparola: bollato per sempre piantagrane, non ti chiama più manco la “concorrenza”. Per Unioncamere sull’Isola ci vorrebbero almeno altri 25mila occupati nei vari campi del turismo, da aggiungere agli attuali 55.200, per soddisfare appieno la domanda: manca il 30% della manodopera richiesta.

"L'offerta migliore che mi sia capitata? Quattro ore al giorno, 28 a settimana, zero giorni liberi per 400 euro al mese - racconta oggi a Repubblica una commessa 35enne di Lipari -. Tutti gli altri pretendono turni da 10- 12 ore, 7 giorni su 7, anche per 750 euro. Mi hanno proposto persino l'apprendistato, alla mia età”. In pratica, neanche 3 euro l’ora. "Sono arrivato a guadagnare massimo 1.300 euro al mese - afferma un barman -, entrando alle 20 e tornando a casa alle 7 del mattino tutti i giorni”. Una giovane di Gela spiega al quotidiano di averci messo 15 anni per trovare un impiego decente come "barista part time: prendo il doppio dei 500 euro che mi davano per 12 ore al giorno, e sono fortunata".

Capita pure che "la proposta sia di 6 turni a settimana con orario spezzato, così diventano giornate intere - aggiunge Giorgio Martinico dell'Usb -. Con i ritmi di un ristorante tutti sanno che è pura ipocrisia ipotizzare turni di 4 quattro ore a pranzo e 4 a cena, i tempi di dilatano sempre e si finiscono per coprire più di 55 ore a settimana" quando legalmente il tetto massimo è 40. Naturalmente “senza domeniche, festivi o straordinari. Ma c'è addirittura chi propone una retribuzione proporzionale al numero di clienti". Anche nel settore del giornalismo, molte pseudo testate offrono un salario variabile ogni mese, in base ai clic collezionati sulle notizie: poi ci si chiede perché di tante fake news. 


© Riproduzione riservata